Un attimo fa c’era il sole, e poi improvvisamente tutto si fa nero. Un lampo… poi un tuono. Un’altro lampo… ancora un tuono rimbomba cupo… e subito arriva il temporale estivo. Per molti è una sfortuna, un’ingiustizia, una truffa: eravamo venuti per il sole e invece… Lo capisco, e un pò mi sento in colpa, ma per tutto quel verde che ci guarda d’intorno è una gioia. Sembra quasi di sentirle le colline tirare un sospiro di sollievo e godere quest’acqua inaspettata.
Voglio goderne anch’io, ed esco a correre. Non sono un fanatico della tabella allenamenti, che corre anche quando piove; io corro proprio perchè piove. Basta vestirsi leggeri, un berretto con visiera e sapere che al rientro ci aspetterà una doccia calda. E’ quella pioggerellina fitta, quasi invisibile, qui si dice che spruìna (quando pioviggina, ma a goccioloni grossi si dice invece che bauxina), non infanga neppure i sentieri… quasi quasi… giro a sinistra, sotto la ferrovia, vicino alla caserma dei carabinieri prendo una mulattiera che si arrampica su per la collina, e subito cambiano i colori. Tolgo le cuffiette per sentire il brusio della pioggia sulle foglie. Sparisce presto l’odore di creme solari e plastica di canotto nuovo, sostituito pian piano dai profumi che la pioggia risveglia, come quando si rigira tra le dita un bicchiere di vino corposo si solleva l’odore d’erba, di olivo, di finocchietto selvatico e origano. Sono presto in cresta, un breve tratto di asfalto e mi lascio cadere sul versante opposto, verso Andora, per un sentiero stretto (oggi si chiamano “single track”) che passa tra ruderi antichi che tanto avrebbero da raccontare accompagnandomi fino al Castello di Andora (Ma è inutile cercare le parole/ la pietra antica non emette suono/ o parla come il mondo e come il sole/ parole troppo grandi per un uomo – F.Guccini). Il sentiero di mezz’acque, passando sotto la chiesa sconsacrata di San Diamano (XV sec.) risale tortuoso fino a Colla Micheri antico posto di ristoro, passaggio obbligato prima che Napoleone aprisse la via che attraversa i borghi in riva al mare (oggi chiamata erroneamente Via Aurelia). Da qui un sentiero sotto il posteggio porta velocemente a Via Punta Tacuara, e a casa. Appena entro sotto la doccia spunta un caldo sole estivo, ma si sa che: “se vuoi vedere l’arcobaleno devi prima sopportare la pioggia”.
7,5 Km totali, poco meno di un’ora di corsa.