La scorciatoia si era immessa sulla via romana, che correva proprio sulla cima della collina, a cavallo delle due vallate, entrambe reclinanti verso il mare. Stavamo puntando diritti verso la Chiesa dei Santi Cosimo e Filippo e le quattro case che le si stringevano attorno, con la strada che aveva cominciato dolcemente a scendere. Alla nostra sinistra, oltre le fasce coltivate, tra le piante contorte degli ulivi, si spalancavano a tratti scorci di blue intenso, segnali di un mare prepotente e vanesio, sempre al centro della scena. Oltrepassato il sagrato della chiesa, avevamo imboccato il viottolo lastricato di pietre che passa sotto un arco e si insinua nel cuore del piccolo borgo, per poi disperdersi nelle fasce, in mezzo agli ulivi, i fichi, i cespugli di more.
(Giacinto Buscaglia è medico psichiatra, ha pubblicato per Ed. de Ferrari: Parlare di follia, Il medico di Aquilia, Il porpora e il nero e L’amore in fondo)