Laigueglia, 26 luglio 2013
Sono passati 467 anni, ma ERA IERI NOTTE.
Una Laigueglia molto più silenziosa di oggi, anche in quella calda notte di luglio. Un po’ come adesso a fine ottobre, quando il vento non ha ancora cominciato a soffiare e l’unico rumore che si sente è il sordo e leggero fragore delle onde, che si accostano alla spiaggia.
Una Laigueglia anche molto più buia, senza le luci dei fari sul molo o dei lampioni del centro storico, della passeggiata e lungo e strade verso la collina.
Improvvisamente, si dovevano essere sentiti dei tonfi, delle urla, rumori di porte sfondate, di gente che correva, senza che nessuno potesse capire cosa stava succedendo in quel villaggio di pescatori, dove la vita scorreva tranquilla, tra gente che si conosceva, tutta, e che condivideva il quotidiano rapporto con il mare amico.
Sorpresa, stupore, paura e sgomento: i Saraceni di Dragut erano sbarcati alla “Lengueglia”.
Ci aveva provato il Barbarossa, tre anni prima, per conto dell’imperatore turco Solimano, ma la Repubblica di Genova era riuscita a difendere il paese, ricacciando i Saraceni in mare.
Ma quella volta no: Dragut era arrivato nel silenzio e nel buio della notte, compiendo uno scempio, tra persone uccise e rese schiave, case razziate, animali e oggetti rubati.
Un colpo terribile per quel bellissimo paese sulla costa, reso ricco dalla dedizione al lavoro di quel gruppo misto di liguri e di catalani, quella notte così duramente sorpresi dalla furia dei pirati.