Dall’11 maggio al 25 agosto Palazzo Ducale presenta la mostra Il Gran Teatro dei Cartelami.
Cosa sono i cartelami ? Sono apparati – in mostra saranno esposti oltre cento pezzi – per lo più di gusto popolare, legati a particolari momenti del rito cristiano, come la Settimana Santa e l’adorazione eucaristica delle Quarantore.Tra il XVII e il XIX secolo, la loro produzione ha una grande varietà di soluzioni compositive e ricorre ai più diversi materiali di supporto: oltre al cartone, il legno, la tela e la latta. In Liguria sono molto frequenti le libere composizioni di sagome in cartone (i cartelami in senso stretto), ma sono stati anche riscoperti veri e propri “teatri sacri” composti di boccascena, quinte e fondale, pensati per ambientarsi senza sforzo nello spazio architettonico di una chiesa. Clamoroso il caso del “Sepolcro Istoriato” di Laigueglia, davvero colossale – raggiunge i 15 metri d’altezza – e completamente smontabile. La riscoperta dell’arte popolare nelle comunità locali, per rafforzare o ritrovare le proprie radici, ha portato alla conoscenza di diverse tipologie di beni culturali ormai completamente dimenticate, lontane dalla loro funzione. Tra queste, particolare suggestione è fornita dai così detti “Cartelami”, apparati temporanei realizzati su legno, tela, latta o cartone e decorati a tempera o olio, che venivano realizzati per l’Adorazione delle Quarantore e per i così detti Sepolcri della Settimana Santa. La nostra Parrocchia può vantare la presenza di un grande e pregiato cartelame, il più importante di tutto il Ponente ligure, recentemente restaurato e pronto a essere presentato ed esposto al grande pubblico presso il Palazzo Ducale di Genova dall’11 Maggio al 25 Agosto 2013. Nel 2014, il cartelame sarà invece visibile a Laigueglia nell’ambito di un grande evento a ricordo del centenario dalla sua ultima completa esposizione, avvenuta nel 1914. Tra la fine del XVI secolo e i primi decenni del XIX si assiste, in particolar modo nel Ponente ligure, alla proliferazione di questi apparati scenografici effimeri a soggetto devozionale, allestiti in chiese e oratori confraternali in occasione della Settimana Santa. La loro origine è da collegare alle necessità rituali legate alla rappresentazione delle Quarantore (tempo che Gesù passò nel Sepolcro), celebrate con l’esposizione del Santissimo Sacramento alla venerazione dei fedeli e con un allestimento scenico di grande impatto emotivo.I “Sepolcri”, dapprima piuttosto modesti, diventano con il trascorrere del tempo più elaborati, sino a raggiungere ragguardevoli dimensioni, tali da ricoprire intere cappelle, con complessi allestimenti dotati di partiti architettonici e tabernacoli. I cartelami sono realizzati su legno, tela, latta o cartone e decorati a tempera o olio, si compongono in più pezzi e raffigurano scene a carattere sacro con figure umane e strutture architettoniche disegnate a dimensione reale. Possono assumere forma di propilei o cornici o comporsi di sagome staccate le une dalle altre, e, generalmente usati in interno, spesso schermano parti di chiese o cappelle. Si configurano, soprattutto grazie alle decorazioni pittoriche, come vere e proprie opere d’arte, il cui aspetto scenografico e “spettacolare” ha la funzione, oltre che di glorificare il Santissimo, di attrarre i fedeli alla preghiera suscitando contemporaneamente la loro meraviglia.Tali apparati hanno solitamente vita breve e sono soggetti a danni causati dall’incuria e dalla fragilità dei materiali impiegati. Si tratta infatti di opere – veri e propri “teatri dell’effimero” tardo barocco – destinate alle processioni devozionali e quindi destinate a un degrado costante e alla continua ripresa e sostituzione delle parti danneggiate. Per questi motivi una buona parte di essi è andata perduta, mentre altri giacciono dimenticati in qualche deposito, misconosciuti e bistrattati, in attesa solo di essere riportati all’attenzione della nostra coscienza e dunque valorizzati, per riconquistare il posto che meritano all’interno del nostro patrimonio storico-artistico. Ecco, allora, affiorare spesso da depositi di chiese e oratori veri e propri scrigni inesplorati, autentiche opere d’arte contraddistinte dalla forza evocativa della devozione di un tempo. Un segno della capacità di pensare e investire per la salvezza dell’anima tramite l’arte, ma anche di richiamare i dogmi della fede per rafforzare i legami tra la chiesa e il popolo cristiano, con una funzione che oggi si definirebbe mediatica.L’uso dei cartelami è attestato a partire dal Settecento e si protrae per tutto l’Ottocento, ma nella Liguria di Ponente questi apparati sono usati già a partire dal Seicento e hanno maggior diffusione che a Levante. In Corsica continuano a essere prodotti fino alla metà del XX secolo. Attualmente se ne conservano esemplari sul territorio ligure, in Corsica settentrionale, in Piemonte meridionale e su tutto l’arco delle Alpi Marittime. Nonostante il carattere “effimero” loro proprio, sono giunti fino a noi in diversi esemplari, smontati e semi-abbandonati all’interno di chiostri e oratori. Nel Ponente ligure non ne rimangono molti, forse una decina, e nella maggior parte dei casi (a Salea come a Zuccarello, ad Andora come a Ceriana) non sono più utilizzati. Fa eccezione il cartelame dell’oratorio di san Pietro al Parasio, nell’abitato antico di Porto Maurizio a Imperia.
Per approfondire l’argomento: Il teatro dei Cartelami, effimeri per la devozione in area mediterranea.
Fonti : www.sanmatteo.it – www.cartelami.it