Lui ora aveva il viso tutto viola con chiazze bianche. Fece qualche passo e quasi cadde nella sabbia, su una pista per biglie che era troppo elaborata per essere opera di un bambino, ma piuttosto del suo fantasioso papà.Si fermò e alzò a sua volta la mano, con movimenti goffi: “Ci… ciao, Giulia.”Lei non si mosse, mostrando di non volerlo raggiungere, superando il suo imbarazzo. Si volse invece verso l’orizzonte a guardare la Goletta Pandora, proveniente dalla Corsica. L’indomani si sarebbe tenuta la serata dedicata allo Sbarco dei Saraceni, una manifestazione spettacolare di rievocazione in costume di un avvenimento realmente accaduto nel XVI secolo. Giulia osservò il veliero di legno solcare le onde placide, che pareva non muoversi di un solo centimetro. Le venne da pensare a quanto avrebbe reso efficace la coreografia dell’evento. Poi si girò e tornò alla sua sdraio, con fare annoiato.La nonna alzò gli occhi dal romanzo d’amore che stava leggendo: “Lo sai cosa penso, pucciola.”“Sì, nonna… che Marco è un bravo ragazzo, che dovrei passare più tempo con lui, bla… bla… bla…” Rispose lei assente, asciugando i corti capelli castani. Il suo sguardo aleggiò oltre la fila di sdraio per soffermarsi su qualcosa che continuava ad attirare la sua attenzione.Emietta seguì la direzione del suo sguardo. Individuò un giovane, con capelli neri ed occhi profondi. Aveva bei lineamenti, il sorriso di chi sa come farsi notare e il fisico di un ragazzo che sta per diventare un uomo. Un’abbronzatura uniforme e dorata, rendeva il tutto ancora più apprezzabile.Emietta guardò Giulia da sopra il bordo rosso degli occhiali: “Marco è un bravo ragazzo, ma a te non interessa. Preferisci i bellocci, magari stupidi e arrogan…” Giulia si volse a guardarla con gli occhioni spalancati. Gli stessi della madre: “Come sai che Lorenzo è stupido e arrogante?” La interruppe quasi indignata.“Lorenzo?” Chiese Emietta, alzando un sopracciglio.Giulia rispose, con il modo pungente che la distingueva. Atteggiamento che perdeva subito con sconosciuti o con chi si mostrava più forte di lei. Non molti, a dire la verità. “Ho sentito gli amici chiamarlo per nome.” “Capisco. E quindi non lo conosci, questo Lorenzo.”No…” Gli lanciò un’occhiata: “Ma… a vederlo così… sembra un bravo ragazzo…”A vederlo così.” Giulia sospirò: “Nonna… lo so che cosa vuoi dire. Tu sei vittima dei pregiudizi. Credi che Marco, il timido ed impacciato Marco, che ha mostrato di venerarmi dal giorno che mi ha vista, debba essere il buono. Lorenzo, invece, l’affascinante giovane che sa farsi piacere, è invece il cattivo, che mi farà il cuore a pezzi e lo getterà nella spazzatura, fuggendo a braccetto di un’altra ingenua come me.”Emietta sospirò: “Certo io non avrei usato tante parole, come fai tu con la capacità ereditata da tua madre… ma il concetto che volevo sottolineare era proprio quello.”“Ma nonna!” Ribattè Giulia con una nota di sdegno: “Tu che sei così moderna… come puoi lasciarti influenzare da stupidi pregiudizi!””A quattordici anni sembrano pregiudizi. Alla mia età, sono verità di vita.” La ragazza sbirciò Lorenzo con occhi scintillanti. Emietta si alzò dalla sdraio con una smorfia: “Tu cerchi il principe azzurro. Bello ed eroico. Come quando eri bambina.” “Io sono una bambina e tu una bacchettona.”“Sarà. Comunque non voglio discutere con te. Sei una testona, lo sei sempre stata. Devi sbatterci il naso, per capire che hai torto.”