” O issa, o tia, o issa, o tia. Tiai gundui. Belin Matte ti ei delongu u mejimu, pe’ parlo’ ti ei u primmu ma pe’ tio’ ti rivi doppu a Deluccia.” Chiudo gli occhi e i ricordi di quando ero bambino mi appaiono come d’ incanto vividi nella mente. La spiaggia di Laigueglia sgombra di lettini ed ombrelloni e’ piena di barche da pesca cariche di reti. Vedo tutto il paese, vecchi, donne e pescatori che si danno da fare per guadagnarsi la giornata. Ogni famiglia armatrice ( Martena, Balale’, Carubetta, Tarantina, Mezzadonna, Triani, Menara, queste sono alcune ) ha la propria rete ( a rea ) e barca ( u gussu ) e tutto il paese si divide tra di loro. Un capo della cima rimane sulla spiaggia mentre il gozzo prende il largo e la cima scorrendo si rotola fino al primo capo della rete ( l’arsun ). Ora e’ il turno della rete che scivolando sul bordo della barca si posa, toccando il fondo, parallelamente alla riva. Arrivati alla fine della rete il gozzo vira tornando alla spiaggia filando il secondo spezzone di cima fino a terra. Si vedono i galleggianti ( e natte ) che poste in fila delimitano lo sbarramento della rete, e’ il momento di cominciare a tirare le cime. O issa, otia, o issa, o tia i capi barca dettano il ritmo e dalle 5 alle 10 persone per ogni fune ( e simme ) si affannano a chiudere il semicerchio in modo che i pesci rimasti all’interno non possano piu’ scappare. Tirando parallelamente i due capi della trappola si arriva al centro dove la rete si allarga in un lungo imbuto detto la Manica ( manega) dentro il quale i pesci restano imprigionati e salpati a riva. Ormai questo tipo di pesca non e’ piu’ praticato, ma rimane nelle tradizioni di Laigueglia e a volte viene fatta qualche dimostrazione soprattutto per le scolaresche che giustamente non devono dimenticare le nostre origini e usanze.
Oggi , lunedi’ 25 giugno “Ando’ a-a rea” – Dimostrazione della tradizionale pesca alla spiaggia pescatori / molo centrale ore 21,00