Ho visto cose che voi umani non potete immaginare. Ho visto uomini e donne, dopo aver corso per 237 km da Milano a Laigueglia, pronti a correre un’altra maratona da Laigueglia a Sanremo, trovare l’energia per dire grazie, prego.
Domenica 30 Marzo è passata attraverso il nostro borgo l’ultramaratona Milano-Sanremo, la più lunga d’Europa a tappa unica, lasciando nel nostro budello un solco che non tutti riusciranno a vedere. Un evento storico, per cui ci è sembrata buona educazione (oltre ad un’occasione unica per noi avere l’onore di correre qualche chilometro vicino a simili campioni) andare a riceverli uno ad uno all’ingresso del paese verso Alassio e, dopo una breve sosta nel nostro “salotto buono”, riaccompagnarli all’uscita di Andora.
Non eravamo sicuri se a loro avrebbe fatto piacere o meno finché, con nostra grande meraviglia, abbiamo incontrato individui stremati, ma pronti a parlare, spinti dalla voglia di condividere quel che provavano. Abbiamo ascoltato storie incredibili e abbiamo imparato che per compiere grandi imprese non basta allenare muscoli e polmoni, ma bisogna sviluppare anche un cuore grande abbastanza da poterle contenere. Ma c’è un’altro ingrediente senza il quale non si può arrivare lontano: la motivazione. Bisogna cercarla, coltivarla e farla crescere rigogliosa e forte, perché è a lei che dovremmo sostenerci per lungo tempo. Ci hanno fatto capire che se non hai la motivazione, allora farai fatica ad andare avanti anche nella vita di tutti i giorni. Guardandoli negli occhi nemmeno per un momento ci è venuta in mente la domanda che tutti intorno ci chiedevano: perché lo fanno? Pensavo che avrei visto arrivare atleti muscolosi, seguiti da staff di medici e scienziati. Ma erano molto più di questo: uomini e donne eccezionali, seguiti da amici, mogli e mariti. Ed ognuno di loro avvicinandoci ci ha detto: piacere sono (nice to meet you i’m, Guten Tag Ich bin, bonjour je suis) Michele, Ferenc, David, Stefano, Christian, Andrei, Robert, Szilvia, Andrea, Jovica, Sung-Ho, Andras, Marco, Klaus, Massimo, Andrea, Daniele, Michele, Fausto. Ci chiedevano come stavano quelli davanti a loro, ma a nessuno interessava la loro posizione in classifica, perché non è una gara a chi arriva primo, e neppure a chi va più lontano. E’ la solita gara con noi stessi, per vedere se riusciamo a spingerci così lontano quanto le possibilità che ci sono state date ci permettono di arrivare; non un passo in meno, né un passo in più.