Chi conosce ed ama il ciclismo come me probabilmente rimpiangerà i vecchi tempi, il vecchio calendario agonistico, quando la stagione sulle due ruote iniziava sulla Riviera Ligure di Ponente, nel mese di febbraio, con il Trofeo Laigueglia, seguito, il giorno dopo dalla Nizza- Alassio. Tempi belli che mi riportano alla gioventù, quando, negli anni 80 salivo sul treno con la gioia di chi andava a scoprire un mondo che aveva sognato sin da bambino.
Il mio primo Laigueglia è stato quello del 1984, avevo 16 anni e mezzo. Permesso dei genitori per saltare un giorno di liceo, treno all’alba con un paio di miei compagni di classe, anche essi appassionati e via a vedere la vittoria di Giuseppe Petito su Van der Velde e Torelli. All’epoca si arrivava in uno stretto budello con la strada della volata finale che terminava con una curva a novanta gradi, quella terribile curva di fronte aveva una gelateria. Più di una volta i corridori, lanciati nello sprint, erano costretti a tirare bruscamente i freni per evitare di finire dentro il banco dei gelati. Era forse un ciclismo più genuino, non c’erano camper, bus o quant’altro a nascondere i corridori dalla vista dei tifosi; il giorno prima c’era il rito sacro della punzonatura, dove potevi parlare con i ciclisti, scattare foto, richiedere autografi, in un atmosfera di assoluta tranquillità.
Sparì prima la punzonatura, non so per volere di chi, sparì quindi quella giornata di vigilia magica per quelli appassionati come me.
Più tardi arrivarono, come ho detto in precedenza, camper, bus a tenere i corridori chiusi sino all’ultimo istante nella loro privacy. Se prima il momento del foglio firma della mattina era un momento di festa adesso, in certe corse, anche in quelle più importanti è diventato un momento di caos assoluto. I corridori arrivano all’ultimo istante, non c’è tempo di scattare foto, di richiedere autografi e di fare interviste. In tutto questo ci si è messo di mezzo un calendario di gare che ormai prevede pause invernali sempre più risicate per i ciclisti. Si corre sempre ormai, in nome della globalità e dell’internazionalità del ciclismo.
I calendari sono diventati addirittura sei, da quello più importante dell’ UCI WORLD TOUR a quello Europeo, senza dimenticare Africa, America, Asia ed Oceania.
Una vera e propria follia voluta dai despoti che si sono succeduti sulla poltrona dell’Unione Ciclistica Internazionale, in nome del Dio Denaro. E così fregandosene di tradizioni antiche, prima dell’avvento del Trofeo Laigueglia nel 1964 la stagione iniziava addirittura il 19 Marzo con la Milano Sanremo, si è passati a gareggiare già in questo mese freddo di gennaio. Tralasciando quello che succede al di fuori dell’Europa, con corridori sparsi nei cinque continenti, ci sono ben 11 gare che precedono il Laigueglia solo nella vecchio continente. Ed allora a guardare indietro, per i “vecchi ” suiveurs come mie, viene la nostalgia degli anni passati con le memorie del Trofeo Laigueglia che fu.
Sfogliando l’album dei ricordi ci sono i Laigueglia vissuti da ragazzino, quelli da giornalista alle prime armi con registratore a cassetta per realizzare le interviste da risentire con calma e da scrivere rigorosamente con macchina da scrivere portatile e poi inviare al giornale , io scrivevo per IL LAVORO . Se si era fortunati si poteva inviare il pezzo via fax, già questo era un lusso, altrimenti si doveva dettare il pezzo ai dimafoni…. ma di questo vi racconterò un altra volta. Chi non conosce questi mezzi penserà che stia parlando della preistoria, stiamo solo parlando di un periodo che oscilla tra i venti ed i venticinque anni fa, con la tecnologia che ha fatto passi da gigante, cambiando, ovviamente, anche il mondo di lavorare. Iniziai anche con la tv con l’emittente ligureTELECITTA’ nel 1999.
Ricordo di un permesso speciale preso a militare per seguire il Trofeo Laigueglia del 1990, un edizione passata alla storia per un incendio al culmine della salita del Testico che fermò la gara con i corridori che rischiarono di fare la fine tanti polli arrosto…. quell’anno vinse Rolf Sorensen.
Nel 1997 con la vittoria di Bartoli il mio primo pezzo sull’apertura della stagione ciclistica per TMC la cara TELEMONTECARLO. E poi ancora Laigueglia sotto la neve, turbati dai carabinieri dei Nas che attendevano i corridori all’arrivo, ci sarebbe da scrivere giorni e giorni per raccontarvi i miei trent’anni di ricordi legati a questa gara che ho nel cuore alla pari del Giro dell’Appennino e della Milano Sanremo. Tanti tantissimi ricordi insomma legati al ciclismo ed in questo caso al Laigueglia, per chi, come me è cresciuto a pane e ciclismo.
Tratto da “L’ovetto di Colombo” di PColombo per il Blog.LA7 (per vedere l’articolo originale clicca qui)