in molti cercano di convincermi che tu non esisti, ma allora chi porta i regali? Mamma e papà? I nonni o gli zii? E a loro chi ha detto di farlo, tu? Allora esisti o sei solo il frutto della nostra mente. Di quella parte del cervello buona, ottimista, propositiva e creativa che cerca sempre di convincerci che tutto il mondo è così. Quella che a Natale ci mostra come potrebbe essere se ognuno di noi facesse un dono a tutti gli altri indiscriminatamente. Se incontrandoci ci abbracciassimo augurandoci buona fortuna ed un felice futuro. Di come tutto sarebbe più colorato e luminoso se ognuno si adoperasse ad addobbare il proprio angolo col solo scopo di rallegrare il passante.
Se sei tutto questo allora sono contento che tu esista, anche se solo in un angolo della nostra mente o del nostro cuore (che a quanto pare sono molto più legati di quanto non pensassi), perché ci insegni quanto sia bella la vita e quanto sia importante goderne intensamente ogni momento. Perché in fondo è questo che si festeggia: la natività. La nascita nella sua accezione più generale; e mai come quest’anno abbiamo imparato quanto questa sia indissolubilmente legata alla morte. Non potrebbe esistere l’una senza l’altra, e tutte due insieme rendono ogni attimo unico, irripetibile e prezioso. Eliminare la seconda significherebbe per forza di cose rinunciare anche alla prima, ma non sono disposto ad accettare questo baratto.
Allora non sprechiamo alcuna occasione per cantare e brindare, anche a nome di chi è stato e non è più (lunga o breve che sia stata la sua esistenza l’importante è che sia stata intensa), a nome di chi non c’è perché sta combattendo per esserci, a nome dei fratelli e delle sorelle, dei nipoti e dei figli, purché ci sia sempre qualcuno che brindi un domani, anche a nome nostro.