Questo borgo marinaro offre al pescatore dilettante la possibilita’ di cimentarsi in tutte le tecniche di pesca, dalla riva e dalla barca. Tre chilometri di spiaggia di sabbia sono la meta di molti surfcasters che insidiano mormore, orate e altre specie grufolatrici con lanci dalla riva.
I fondali misti della rada e le piccole secche di Capo Mele attraggono i numerosi amanti del bolentino costiero mentre la secca di “Landio ” al largo con profondita’ che vanno dai 105 metri ai 320 circa e’ la regina del bolentino di profondita’. Io personalmente ho catturato nel mio spot preferito a 252 metri di fondo un occhione di 3 chili e mezzo, un vero gigante della sua specie, ma le catture sono davvero numerose se il pescatore adotta le tecniche giuste. Le pesche del momento sono la piccola traina costiera e la pesca dei calamari alle quali mi dedico con passione al timone del mio piccolo gozzo. Salpando alle 5 del mattino direzione Chiesetta delle Penne sotto Capo Mele a circa 15 metri di profondita’ comincia l’insidia ai calamari con lenza a mano, la mia preferita, perche’ ti da’ la possibilita’ di sentire l’abboccata e la lotta con il calamaro. Se la fortuna e l’abilita’ ci regalano un bel bottino possiamo usarne una parte come esca per finire la mattinata con passate a traina con esca viva alla ricerca di sua maesta’ il Dentice. Preparato un terminale a due ami con uno trainate e uno ferrante con il filo dello spessore adatto ad un gran pesce si fissa il calamaro vivo all’amo trainate nel ciuffo e quello ferrante nel corpo. Si lascia il calamaro in acqua filando 20 metri di lenza, poi si aggiunge un piombo di un kg. e si lascia toccare il fondo , poi si traina a velocita’ ridotta. Ed ecco, la canna si piega, aspetto un attimo e poi grande ferrata, il pesce e’ grosso e le testate mettono a dura prova l’attrezzatura. Dopo 15 minuti di lotta il dentice si arrende e lo salpo con il guadino. Sollevo 5 kg. di un bellissimo esemplare dai colori stupendi, un’altra giornata di pesca meravigliosa a Laigueglia.