I caruggi, ma anche le piazzette, soprattutto quelle più nascoste e appartate, erano l’inizio e la fine di un mondo, il territorio su cui ogni bambino di una volta si sentiva sovrano. Erano i figli di tutti. Se commettevi una marachella, qualunque padre ti rimproverava, certo di avere l’autorità per farlo. L’amicizia non era conoscenza, era un legame forte, duraturo. I fieui di caruggi avevano saputo trovare il loro divertimento nell’essenzialità e nella povertà delle cose. I giochi “di una volta”, lasciavano spazio soprattutto all’ immaginazione: cavalli di legno, trampoli, biglie, fionde, pimpirinelle, cerchi, funi, carretti…
La fionda è costituita da un imboccatura che si biforca in due rami, ciascuna estremità è unita da un laccio elastico e al centro viene messa una toppa.
Si impugna con la mano non dominante e con l’altra si tendono i lacci fino alla tensione totale. L’ obbiettivo da colpire viene fissato in mezzo alla biforcazione.