Ore 3,00 suona la sveglia, l’alta marea e’ prevista per le 6,00, quasi all’alba, il momento migliore per pescare. Questa accoppiata vincente mi da’ la carica per alzarmi cosi’ presto e lasciare il mio letto caldo in questa fresca mattinata autunnale. Destinazione: spiaggia dello scoglio della Tontonara. Zona ad occidente di Laigueglia, all’inizio di Capo Mele con fondo misto, prima roccioso e poi sabbioso fino a 200 metri dalla riva. Attrezzatura: 2 canne da surf casting con massima portata 150 grammi di piombo, mulinelli mitchell con in bobina 300 mt. di filo del 30 e montatura da orata con piombo scorrevole, amo del 4 , esca verme bibi. L’aria fresca mi riempe i polmoni e snebbia il cervello ancora addormentato mentre la costellazione di Orione mi saluta al momento di sollevare lo sguardo per lanciare . Schwoooff, lanciato, il piombo vola fino al punto desiderato, al limitare della sabbia e vicino alle prime alghe dette “Custi” da noi Laiguegliesi. Segue l’attesa che per molti e’ il lato noioso della pesca dalla spiaggia, mentre per me e’ il momento di rilassamento che mi permette di far volare i miei pensieri guardando il cielo stellato segnato dall’ormai frequente passaggio di qualche aereo. L’ascensore ( attrezzo che appeso al filo segnala l’abboccata) salta su con un gran balzo lontano dalla canna, di solito e’ un segnale di preda di notevole dimensione. L’adrenalina mi fa scattare a mia volta e prendo la canna con forza ma nello stesso tempo senza fare bruschi movimenti. Stringo la frizione e do’ una “Ferrata” cioe’ una tirata di filo per far abboccare bene il pesce. Sento subito una grande resistenza dall’altra parte, ci siamo, il pesce e’ grosso! Inizia il combattimento. La preda scatta, tira, da le classiche testate cercando di liberarsi, finta di seguirmi mentre recupero piano la lenza per poi partire velocemente nell’intento di rompere questa trappola che ci unisce. Arrivato vicino agli scogli arriva la parte difficile. I pesci hanno la tendenza a ripararsi e cercare di far strisciare il filo sugli scogli per romperlo e questo colosso ha tutta l’intenzione di liberarsi di me in questo modo. Sento il suo peso e la sua forza e spero che la mia attrezzatura non mi abbandoni ora. Con l’esperienza, derivata dai molti errori commessi in precedenza, riesco, sollevando lacanna il piu’ possibile e recuperando il filo con movimento regolare e continuo, ad avvicinare il pesce dalla riva. Ora lo vedo a circa venti metri da me e non ci credo, e’ enorme. Si muove lentamente ma con forza e mi sfida, non cede questi ultimi metri, lotta, sembra che riesca a a scappare, ma poi si arrende e riesco a spiaggiarlo. Incredibile, un branzino di quasi tre chili. Questa sera la mia numerosa famiglia mangera’ pesce al sale. Alla prossima e buona pesca!